Onorevoli Colleghi! - La presente proposta di legge, che definisce un Piano d'azione per la diffusione di una cultura di pace e della non violenza per i bambini italiani per il periodo 2003-2010, ha in realtà una lunga storia alle spalle. L'inizio fu la mobilitazione di due premi Nobel per la pace: Mairead Corrigan-Maguirre (Irlanda del Nord, 1976) e Adolfo Perez Esquivel (Argentina, 1980), membri dell'IFOR (International fellowship of reconciliation), un'antica e nobile organizzazione pacifista internazionale. Questi due premi Nobel coinvolsero tutti gli altri premi Nobel per la pace viventi per lanciare un appello all'Assemblea generale delle Nazioni Unite per l'educazione alla pace e alla non violenza. Fu così che tutti i premi Nobel per la pace sottoscrissero nel 1997 un appello all'ONU con tale finalità. L'appello fu poi sostenuto anche da numerose eminenti personalità e organizzazioni.
      L'Assemblea generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1997 proclamò il 2000 «Anno internazionale per la cultura di pace». Scopo di tale proclamazione era mobilitare l'opinione pubblica a livello internazionale sulla necessità ed urgenza di promuovere una cultura di pace. L'UNESCO fu poi incaricata di diffondere un manifesto-appello in cui si chiedeva alle persone di sottoscrivere alcuni impegni concreti riguardo alla cultura di pace. Ebbene, questo manifesto fu sottoscritto, nel corso del 2000, da 65 milioni di persone in tutto il mondo; si è trattato di un grande successo per un manifesto di questo tipo l'essere stato sottoscritto da un cinquantesimo dell'intera popolazione mondiale.
      Ma l'ONU non si è fermata a questo. Il 10 novembre 1998 l'Assemblea generale, con la risoluzione 53/25, ha proclamato il periodo 2001-2010 «Decennio internazionale della promozione di una cultura della

 

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nonviolenza e della pace a beneficio dei bambini del mondo».
      Infine, l'Assemblea generale dell'ONU, con la risoluzione 53/243 del 13 settembre 1999, recante «Dichiarazione e programma d'azione su una cultura di pace», ha elaborato un corposo progetto per dare attuazione alla proclamaizone relativa al decennio 2001-2010.
      I princìpi qualificanti questo piano d'azione sono:

          rafforzare una cultura di pace e di non violenza attraverso l'educazione;

          promuovere lo sviluppo economico e sociale durevole;

          promuovere il rispetto di tutti i diritti dell'uomo;

          favorire la partecipazione democratica;

          assicurare l'uguaglianza tra uomini e donne;

          far progredire la comprensione, la tolleranza e la solidarietà;

          sostenere la partecipazione democratica e la libera circolazione dell'informazione e delle conoscenze;

          promuovere la pace e la sicurezza internazionali.

      Come si può vedere, dunque, sul piano internazionale l'ONU ha fatto la sua parte.
      Esiste anche un ambizioso piano d'azione, articolato con una precisa scansione temporale, per arrivare alla fine del decennio alla stipula di una convenzione internazionale per la diffusione della cultura di pace e di non violenza per i bambini del mondo, sul modello di quanto si è fatto per arrivare alla Convenzione sui diritti dell'infanzia.
      Il piano è articolato come segue:

      «Fase 1 - Anno 2000. Lancio del manifesto.

      Fase 2 - 2001-2002. Informazioni e consultazioni a livello locale.
      Lavorare per una "Dichiarazione per una cultura di pace e di non violenza" a tutti i livelli di ogni Paese. Una commissione nazionale, creata da ogni Parlamento, dovrebbe essere incaricata del coordinamento e della diffusione appoggiandosi sulle strutture amministrative: Ministeri, comuni, scuole, eccetera. Nello stesso tempo delle commissioni municipali potrebbero organizzare delle consultazioni per la redazione di "delibere comunali"; il tutto dovrebbe essere riunito dal livello nazionale entro il giugno del 2002. Contemporaneamente ogni Parlamento potrà creare un Istituto nazionale di ricerca sulla prevenzione della non violenza e la risoluzione non violenta dei conflitti.

      Fase 3 - 2003-2004. Sintesi dei contributi locali.
      Sperimentazione dell'insegnamento per la non violenza. Questa sintesi dovrà essere finalizzata prima della fine del 2003 a preparare una proposta di "Legge nazionale per la promozione di una cultura di pace e di non violenza per i bambini dello Stato". Altre esperienze saranno nel frattempo iniziate nel settore dell'insegnamento della pratica della non violenza nelle diverse istituzioni.

      Fase 4 - 2005. Livello nazionale.
      Adozione della legge "Cultura di pace" che dovrà essere riesaminata ogni 5 anni. Generalizzazione dell'insegnamento della pratica della non violenza in tutte le istituzioni scolastiche dello Stato.

      Fase 5 - 2006-2007. Livello continentale.
      Le commissioni nazionali rappresentative proseguono il lavoro a livello di macroregioni (America Latina, Asia, Unione europea, eccetera) per redigere delle risoluzioni regionali aggiornate ogni 5 anni. Nello stesso 2007 i comuni dovranno rivedere le loro delibere comunali alla luce delle loro esperienze retrospettive.
      Adozione della legge "Cultura di pace" che dovrà essere riesaminata ogni 5 anni.

      Fase 6 - 2008-2009. Livello internazionale.
      Inizio del 2008, l'UNESCO dovrà effettuare una sintesi dei differenti testi prodotti a livello di macroregioni per preparare

 

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un progetto di "Convenzione internazionale" che sarà sottoposta all'Assemblea dell'ONU nel 2010».

      Sta adesso ai singoli Stati membri dare corso a questo progetto ambizioso creando strumenti duttili e pratici per concretizzare i progetti.
      Da questa esigenza nasce la presente proposta di legge, che è parte di un progetto complessivo, messa a punto con la collaborazione di alcune organizzazioni non governative italiane e con la consulenza di docenti universitari e di esperti nel settore educativo.
      È una proposta di legge specifica e non onnicomprensiva, nel senso che qui si è voluto privilegiare l'aspetto educativo e in particolare l'inserimento nei programmi scolastici di attenzioni specifiche a questi temi, così come definiti nell'articolo 2.
      L'articolo 3 individua i soggetti interessati e coinvolti dall'attuazione della legge; in particolare, l'articolo 4 valorizza il ruolo delle regioni che dovranno essere le vere protagoniste dell'attuazione della legge in quanto saranno loro a gestire le risorse finanziarie messe a disposizione dallo Stato.
      L'articolo 5 indica le modalità di lavoro, da attuare attraverso piani triennali che dovranno essere adattati alle diverse situazioni regionali nel rispetto delle autonomie, ma nello stesso tempo idonei a realizzare sinergie cercando di valorizzare quanto di positivo esprime il territorio (università, istituzioni educative, associazioni ed organizzazioni non governative locali).
      L'articolo 6, al fine di promuovere la solidarietà e la cooperazione a livello nazionale ed internazionale, con particolare riguardo alla educazione alla pace tra i popoli, stabilisce che le regioni provvedono alla realizzazione di appositi progetti rivolti ai giovani che prestano il servizio civile nazionale.
      L'articolo 7 individua, infine, le risorse finanziarie da destinare all'attuazione della legge.
      Onorevoli colleghi, il decennio è già iniziato da oltre cinque anni: cerchiamo di colmare rapidamente il ritardo accumulato andando ad una rapida approvazione della presente proposta di legge.

 

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